UN LAMPADARIO ... MARINO

C'era una volta una carinissima giostrina da neonato, che il Pripi aveva ricevuto in dono, poco dopo la sua nascita, da una mia cara amica.

La giostrina non era di quelle meccaniche piene di luci e di colori e di suoni, che dopo un po' cominciavi ad odiare, perché ti faceva andare in tilt il sistema nervoso. No, nulla di tutto questo: era molto semplice, era morbida, era leggera, tanto che bastava un soffio d'aria nella camera per farla muovere. Era tutto pesci e stelle marine, sui toni dell'azzurro e dell'arancione.

Ogni tanto si staccava qualche animaletto (a causa delle manate non proprio delicate del pargolo), che poi io ricucivo pazientemente. Devo anche aver sostituito i fili una volta o due, per renderla più resistente, con risultati scarsi però.

La giostrina non venne mai messa sopra la culla o sopra il lettino, ma venne collocata subito sopra il letto già presente nella stanza, quello che veniva usato a quel tempo come luogo di gioco, di pisolini brevi, di coccole, quello che è poi diventato il letto definitivo del Pripi. Per questo motivo la giostrina rimase appesa a lungo, credo tre anni almeno.

Poi, ad un certo punto, il Pripi decise che pesci e stelle marine erano assolutamente indispensabili per un gioco e mi chiese di tagliarli via. Lo feci a malincuore, ma lo feci. In questo modo gli animaletti di stoffa ebbero una nuova vita, vivendo nuove avventure con gli altri pelouches, subendo varie torture, viaggiando in camper, arrivando infine nella casa dalle persiane verdi.

La parte superiore della giostrina, quella cui erano attaccati i piccoli amici, invece, fu riposta nell'armadio, perché ... beh, poteva sempre servire ... avevo intravvisto la possibilità di farne una qualche ghirlanda natalizia, anche se poi non avevo più approfondito il discorso.

Nel frattempo la casa delle vacanze aveva cominciato a prendere forma e con essa la cameretta del Pripi, che si voleva del tutto diversa rispetto alla cameretta cittadina e che, dopo alcuni consulti familiari, era destinata a diventare la camera marina. Una camera con i colori del mare insomma.

Un po' alla volta cominciammo a lavorarci, trovandoci però in difficoltà con il lampadario, che nonostante le ricerche non voleva proprio saltar fuori. Non si riusciva a trovare nulla di adatto, o meglio, nulla che piacesse davvero.

In città, intanto, la riorganizzazione dell'armadio fece riemergere nuovi oggetti, nuovi nel senso che erano stati talmente sepolti dal resto da essere stati completamente dimenticati. Fra essi, naturalmente, la struttura della giostrina.

Fu così, non so come, che mi venne l'idea!

La struttura morbida che avevo conservato è quella che vedete qui sotto.

Purtroppo non ho una fotografia che mostri la giostrina per intero nella sua versione originale, ma vi posso mostrare almeno le decorazioni che vi erano appese.

La prima cosa da fare era verificare, che ci fosse la possibilità di far passare il filo elettrico nell'asola superiore, quella di sostegno. Non era certo complicato, ma è stato subito evidente, che il filo doveva essere ancorato in qualche modo alla struttura stessa, per evitare di vederla scivolare giù.

Tutto sommato, sì, pareva fattibile!

Risolto il problema pratico, usando un normale filo da cucito, si poteva passare alla decorazione, la parte più divertente.

Messi da parte gli animaletti arancioni, ho recuperato tutti quelli azzurri e blu, che ho attaccato saldamente (di certo manate lassù non ne potevano arrivare, ma non si sa mai!) a dei nastrini di raso azzurro.

Non ho usato la macchina da cucire, ma li ho attaccati a mano con un sottopunto invisibile, infilando il nastrino all'interno di pesci e stelline, scucendo quindi un lato degli stessi. 

Li ho poi uniti alla struttura morbida, cercando di mantenere la stessa distanza fra l'uno e l'altro, ma cercando anche di coprire i segni dei fili originali e alcuni buchini nella stoffa.

Ecco, qui sotto, come si presentava il quasi-lampadario a questo punto.

Noterete, nella seconda foto, la mancanza del filo elettrico visibile nella prima, tolto perché mi impediva di lavorare liberamente. Un po' scocciante doverlo riattaccare un'altra volta, visto che l'avevo già ben fissato, ma tornare indietro a volte evita inutili complicazioni.

I buchini, di cui ho parlato prima, erano posizionati giusto giusto nella parte inferiore, quella meglio visibile da sotto e non c'era modo di riparli, perché un eventuale rammendo non avrebbe fatto altro che accentuare la loro presenza.

Che fare? Ho avuto un attimo di esitazione, sono sincera, ma poi ho deciso di coprirli, acquistando delle decorazioni adeguate. Nella merceria del paesino vicino, l'unica nel raggio di chilometri, non è che ci fosse chissà che cosa, in città la scelta sarebbe stata molto più ampia, ma io di scendere non avevo voglia e volevo vedere appeso il lampadario il prima possibile. Per la decorazione, quindi, mi sono un po' accontentata di quanto trovato: stelle di mare azzurre e bottoncini a forma di cuore della stessa tinta.

Le stelline, adesive, dovevano essere attaccate con il ferro da stiro (anche se poi, per sicurezza, ho fatto comunque un sottopunto invisibile) ed io, molto furbamente, il ferro l'ho usato ... a sproposito! Ho pensato bene di sfiorare con la piastra bollente uno dei nastrini di raso, che si è praticamente sciolto sotto i miei occhi (passaggio non documentato per decenza). Ho dovuto quindi staccare il nastrino nerastro, recuperarne un altro (giusto giusto l'ultimo pezzetto) e ricominciare il lavoro di attaccatura.

Questi contrattempi mi portano ogni volta inevitabilmente alla medesima domanda Perché mi infogno sempre in questi lavori?

Ristabilito il controllo sui nervi, ho pensato bene di rimandare il lavoro al giorno seguente, perché a quel punto le cose non erano più così chiare e procedere comunque, nonostante la gran voglia di finire, sarebbe stato più controproducente che altro.

Il giorno dopo, con tutta la calma del mondo, ho inserito nuovamente il filo elettrico.

A quel punto rimanevano solo una paio di problemi da risolvere:
  • nascondere la lampadina, ma senza oscurarla troppo
  • capire il modo di smontare il lampadario velocemente per poterlo lavare

Ho risolto velocemente il primo, utilizzando del tulle azzurro (circa 1 metro), fissato nella parte superiore con un nastrino dello stesso colore.

La soluzione, automaticamente, risolveva anche il secondo, anche se certo la struttura intera non poteva essere messa interamente dentro la lavatrice.

Passando sotto il lampadario, finalmente appeso, si possono vedere stelle marine e pesciolini, che nuotano ... in una nuvola.

Il risultato, tutto sommato, mi piace. Non vincerò probabilmente alcun premio per il miglior designer dell'anno, ma ho creato quello che mi serviva con ... niente. 

Ed il Pripi è stato felicissimo!

Rimangono ancora nell'armadio alcuni pesciolini arancioni e altrettante stelline dello stesso colore. Qualcosa già bolle in pentola?


Aggiornamento del 22 ottobre 2013

Con questo post partecipo a

a tema riciclo vecchi giocattoli.



Aggiornamento del 14 gennaio 2015

Il post fa parte anche della bella raccolta di Daniela.




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